Il 5 settembre ricorre la Giornata mondiale dell’azione per l’Amazzonia. Perché dovremmo ricordarcene?
Ogni anno la situazione in Amazzonia diventa sempre più drammatica. Gli incendi forestali sono in aumento, sia in frequenza che in dimensioni, e i disboscamenti, all’origine degli incendi, non accennano ad essere interrotti.
Riprendendo ciò che abbiamo scritto nell’articolo per la Giornata della conservazione della natura, la questione Amazzonia non è da considerarsi altro che sfruttamento. Sotto le mentite spoglie della necessità di sfamare un popolo, i governi mettono in atto una politica dalla mano pesante ed ultra-capitalista. In questo modo l’ecosistema amazzonico verrà distrutto, in nome degli interessi economici e, parallelamente, dal sistema agricolo in espansione a scapito delle foreste.
Il neo-liberista Bolsonaro è pronto a tutto per la crescita economica brasiliana, compresa un’esplorazione mineraria senza scrupoli che va ad intaccare anche il diritto di opposizione degli indigeni. E’ una crisi, dunque, anche umanitaria.
Dopo gli aggiornamenti dei nuovi rapporti Wwf International & BCG ci si rende sempre più conto della drammaticità della situazione mondiale. Gli incendi in Russia e Australia non hanno fatto che aggravare il bilancio generale, per una media di + 35% nei primi 6 mesi del 2020.
Come sostengono scienziati ed opposizione, in Amazzonia il contrasto agli incendi deve partire dal controllo della deforestazione. I roghi, infatti, divampano sempre in aree già precedentemente disboscate, al fine di pulire il terreno per adibirlo a pascolo o coltivazioni. E le multinazionali ringraziano.
L’espansione agricola e la conversione delle foreste in pascoli, combinate con la deforestazione illegale, continuano a guidare il degrado degli ecosistemi naturali. Il rapporto evidenzia proprio come ci si stia avvicinando velocemente a quel punto di non ritorno, in cui la
mancanza del 27/30% della foresta, porterà al collasso del sistema biosfera.
Esso non sarà più in grado di garantire le piogge rigenerate ciclicamente, non potrà raffreddare la Terra, non riuscirà ad assorbire adeguatamente i gas serra e a ostacolare la desertificazione indotta dal surriscaldamento globale.
Per contrastare tutto questo dobbiamo essere consumatori responsabili e considerare l’Amazzonia un bene vitale che garantisce l’esistenza dell’umanità. I Paesi devo spingere per norme che impediscano alle aziende di importare quei prodotti che determinano la
deforestazione e impegnarsi ad osteggiarla.
I piani nazionali per il Clima e la riduzione delle emissioni previsti dall’accordo di Parigi devono essere più ambiziosi. L’opportunità di renderli tali sarà la COP 26 di Glasgow del prossimo autunno, dove i vari Paesi dovranno presentare i propri obiettivi rivisti e corretti. Un esempio virtuoso in tal senso è la Norvegia: complimenti a loro!
Azione per l’Amazzonia, ma quale?
Per i motivi appena elencati Eco Eroi Green ha deciso di aderire alla petizione STOP GLOBAL WARMING https://www.stopglobalwarming.eu/?lang=it. La campagna propone una tassa per disincentivare le emissioni di CO2, spostandole dal lavoro al consumo delle risorse ambientali.
La foresta amazzonica è molto lontana dal nostro territorio, ma è il polmone del nostro pianeta. E’ nostro dovere aiutarla e proteggerla. Un modo per noi potrebbe essere affidarsi al Comitato Sao Bernardo Imola e alla sua storica missione brasiliana – 31 anni tra pochi giorni.
Proprio negli ultimi anni si è fatta carico di aiutare la popolazione del distretto di Sao Felix de Araguaia immerso nel continente a ridosso della foresta, sostenendo la cultura e le lotte dei nativi per la difesa dell’ambiente.
Se, dopo aver letto l’articolo, volete fare un’azione diretta per l’Amazzonia, Eco Eroi Green consiglia una donazione al Comitato, che rafforzerà il proprio contributo alle popolazioni indigene. Trovate tutto sul loro sito http://www.comitatosaobernardo.it/.
Per saperne di più sulle fonti citate nell’articolo:
https://www.wwf.it/emergenza_amazzonia.cfm
https://www.lifegate.it/stop-global-warming-petizione-cappato-nina-zilli
Sante