Alcuni anni fa ho potuto visitare l’impianto di selezione e recupero dei rifiuti di Granarolo dell’Emilia gestito da Hera s.p.a.. Sicuramente è un’esperienza che consiglierei a tutti, anche solo per rendersi conto che la raccolta differenziata porta a porta è solo un piccolissimo sforzo, rispetto a quello che si potrebbe fare per riciclare nel modo più giusto ed efficace.

Appaiono però anche chiari i difetti nella gestione dell’impianto: prima di tutto i macchinari sono obsoleti. Richiedono uno spreco di tempo, manodopera ed energia troppo grandi e ingiustificati nel 2020.

Per citare liberamente un famoso film: “Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi”. Persone che dividono a mano la carta dal cartone (con un’abilità e velocità notevoli, ma compiendo di sicuro un lavoro faticoso e alienante da fare tutti i giorni, per i rifiuti di tutta l’Area Metropolitana di Bologna). Centrifughe che ruotano per ore e ore per dividere alcuni pezzi di plastica diversi (in azione forse solo per farcele vedere, perché altrimenti sarebbe uno spreco energetico immane rispetto ai risultati ottenuti). Balle di materiale plastico vario, destinate chiaramente all’inceneritore lì a fianco.

E di tutto questo, il materiale plastico migliore da riciclare erano le cassette della frutta. Che forse basterebbe lavare bene, anziché fonderle per ricavare altre cassette uguali…

È tempo di…cambiare?
Partiamo prima di tutto da noi. Scegliamo i prodotti che creano meno rifiuti, differenziamo in modo più spinto ed efficace, non sottovalutando un impegno costante nel tenere pulito l’ambiente.

E poi anche chiediamo, a chi si fa carico della raccolta e gestione dei rifiuti, una ricerca di metodi più moderni, che non abbiano, ancora troppo spesso, come fine del percorso una discarica o un inceneritore.

Elena